mercoledì 31 gennaio 2018

Intervallo (46)




Riguardo all’incarnazione.

 In Giappone, ci fu già una credenza popolare prima di essere introdotto il Buddismo nel sesto secolo. Questa credenza, che era chiamata Scintoismo (consultate per favore la sezione “Scintoismo”) dopo, fu una specie dell’animismo molto primitivo nel vecchio tempo. Cioè, poiché allora i giapponesi erano gli agricoltori, la cosa che loro si preoccupavano di più era il fenomeno naturale. Loro quindi, pregavano ogni tanto alla divinità del sole, della pioggia, del vento, del fulmine ecc. È nato cosi, il culto per la natura. Dopo di che, questa credenza era sistematizzata man mano e costruito anche il tempio per una certa divinità, e poi era chiamato lo Scintoismo.

A questo momento, era introdotto il Buddismo. All’inizio, c’era una controversia fra quelli che volevano introdurlo e quelli che volevano spingere lo Scintoismo. E dopo aver vinto i buddisti, il Buddismo era diventato la religione statale, ma, non è che era spento lo Scintoismo, perché l’imperatore è stato considerato il discendente della divinità del sole chiamata Amaterasu.

Perciò, in Giappone, a periodo di Nara (AD 710~784), era cominciato il sincretismo di Buddismo e Scintoismo, ma sempre il Buddismo predominava su questo. E nel periodo di Heian (AD 794~1191 circa), la gente ha cominciato a pensare che ogni divinità doveva essere una incarnazione di un certo Budda o Boddhisattva. Cioè nel caso dell’esempio della sezione scorsa, Kannon appariva con la forma provvisoria di una divinità nel monte Shiroyama.

Questo modo di penare si chiama Honji Suijyaku in giapponese. Honji significa la forma originale e Suijyaku è quella provvisoria.

Questo non è l’idea unica in Giappone, invece si dice che si trova già il pensiero simile a ciò in vecchia India e poi anche in Cina.

domenica 28 gennaio 2018

La serie della letteratura giapponese ~ 90~


Due foto di Bodhisattva Kannon

Makura no Soushi (90)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (89)

Ottantatreesimo paragrafo (5)

C’erano alcuni che ci sono venuti a rotta di collo, sentendo quello che aveva detto il messaggero. Poiché era fatta la montagna di neve alla fine, l’imperatrice ha dato due rotoli di seta come il premio a ciascuno di quelli che hanno lavorato.

Poi, l’imperatrice ci ha chiesto:

“Quanto tempo potrà rimanere questa montagna di neve cosi come sta?”

Le ancelle hanno risposto ciascuna a suo modo:

“Saranno dieci giorni.” “No, no, un po’ di più, magari tredici o quattrodici.”

Allora, l’imperatrice mi ha detto:

“Tu, come ne pensi?”

Ho risposto:

“Secondo me, potrà rimanere circa un mese, cioè fino ai dieci giorni passati di gennaio.”

L’imperatrice non era d’accordo con la mia risposta e poi, anche le mie colleghe mi hanno detto:

“No, non è possibile! Non potrà stare intatta nemmeno fino alla fine di questo dicembre.”

Io, nell’intimo, mi pentivo un po’, pensando che era troppo lungo. Potevo dire almeno che potrà rimanere fino all’inizio di gennaio. Ma, comunque, anche se avrei sbagliato, ormai è troppo tardi. Quello che ho detto una volta, non è possibile di ritirarlo. Io quindi, ho imposto la mia volontà fino in fondo ostinatamente.

Verso il giorno venti di dicembre, ha piovuto, ma, la montagna di neve non era sciolta, però mi sembrava che stesse abbassando pian piano la cima. Perciò, io ho pregato istintivamente, pensando che è nonsenso di me stessa:

“Oh, Bodhisattva Kannon (1) di Shiroyama (una montagna famosa per la nevicata, situata nella presente provincia Ishikawa), non fatela sciogliere per favore!”

N.B

(1) Bodhisattva Kannon è un essere nel Buddismo Mahayana che si chiama Avalokitesvara in Sansklit. Bodhisattva è una persona che sta facendo le pratiche ascetiche per diventare Budda. (cioè, è l’essere di metà Budda, e metà uomo) Soprattutto Kannon era adorato moltissimo nel medioevo in Giappone, come il salvatore del popolo con la sua immensa misericordia. E nel monte Shiroyama c’era un tempio dedicato alla divinità che era l’incarnazione di Bodhisattva Kannon.

(Questa storia di “L’incarnazione” è un po’ complicata. Perciò io spiegherò alla prossima volta più dettagliatamente con il titolo di “Intervallo”.)

mercoledì 24 gennaio 2018

La serie della letteratura giapponese ~ 89~


Due foto del paesaggio coperto di neve
(non c'entra direttamente al contenuto di questa sezione)

Makura no Soushi (89)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (88)

Ottantatreesimo paragrafo (4)

Dopo di che, ci è venuta un’altra monaca, la cui forma è come una mendicante, ma l'attetggiamento è molto elegante, e noi le abbiamo domandato le varie cose come abbiamo fatto a Hitachi no Suke. Poiché la sua risposta era tanto carina, io le ho consegnato un Kimono che era il dono dall’imperatrice. Lei l’ha ricevuto con l’inchino profondo ed è andata via piangendo per la gratitudine. Ma, a quel momento, è capitato venire Hitachi no Suke per caso e lei, dopo non ci era apparsa più per lungo tempo, forse perché avrà avuto un malumore per la gelosia contro quella nuova monaca.

Verso i dieci giorni passati di dicembre, (naturalmente, questo è la data del calendario lunare, quindi sarà più o meno l’inizio di febbraio nel calendario solare), è nevicato molto. E noi ancelle l’abbiamo ammucchiato con la forma di piccola montagna sulla veranda per far vedere all’imperatrice.

Allora, una ancella ha detto:

“Approfittando dell’occasione di aver fatto questo, facciamo la vera montagna di neve nel giardino, come pensate?”

Noi eravamo d’accordo tutte, e abbiamo chiamato i servi. Poi, li abbiamo ordinato di fare la montagna di neve, dicendo a loro che questo è l’ordine dell’imperatrice.

E vi hanno aggiunto anche i funzionari incaricati di spalare la neve e loro hanno cominciato a fare una grande montagna di neve. Allora, anche ci sono radunati i funzionari nell’ufficio per l’imperatrice e hanno cominciato a dare istruzioni a quelli che lavorano, divertendosi.

All’inizio, i funzionari incaricati di spalare la neve erano solo tre o quattro, ma pian piano sono aumentati fino a venti. Ma, noi, pensando che ancora non bastano, abbiamo mandato un messaggero per chiamare i servi che stavano a loro casa perché non erano di servizio a questo giorno. E questo messaggero ha detto a loro:


“Se voi partecipiate di fare la montagna di neve oggi, l’imperatrice vi darebbe tre giorni di vacanza in più come il premio, ma, per chi non partecipa, lo avranno privato del suo diritto di tre giorni di vacanza.”

domenica 21 gennaio 2018

La serie della letteratura giapponese ~ 88~


Due foto di Otokoyama


Makura no Soushi (88)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (87)

Ottantatreesimo paragrafo (3)

L’imperatrice, dopo aver ascoltato il canto della monaca, ha detto:

“È orribile! Perché voi avete fatto cantare a lei tale canto che non valga la pena di sentire? Le date un Kimono che si trova da qualche parte e la fate andare via subito.”

Io quindi, le ho lanciato un Kimono, dicendo:

“Questo è il dono dall’imperatrice. Sei troppo sporca. Tieni al tuo modo di vestire un po’ di più.”

Allora, lei ha chinato la testa profondamente e poi, ci ha fatto anche un saluto ufficiale come se fosse una nobile. Sono veramente rimasta disgustata dalla sua sfrontatezza che non è conscia del suo stato come la mendicante.

Dopo di che, pero, lei, forse avrà preso gusto a ciò, ha cominciato a bighellonare ogni tanto vicino a noi. E noi abbiamo cominciato a chiamarla con il soprannome di “Hitachi no Suke”, preso da quel canto.
Ma poiché lei sta sempre sporca come prima, tutte le mie colleghe hanno aggrottato le ciglia, dicendo:

“Ma dove avrà messo quel Kimono?”

Un giorno, quando ci è venuta una ancella dell’imperatore, chiamata Ukon no Naiji, l’imperatrice le ha detto:

“Le mie ancelle fanno venirci una monaca povera spesso. Poiché lei è molto ingegnosa per non offendere a loro, è perdonata di frequentarci.”

Poi, ha fatto imitare il modo di parlare della monaca a una ancella.

Ukon no Naiji, allora, ha detto ridendo:


“Oh, io vorrei vederla per forza! So che lei è favorita di voi, perciò non la porterò via mai. Tranquillizzatevi per favore.”

mercoledì 17 gennaio 2018

La serie della letteratura giapponese ~ 87~

La foto di Noshimochi

Noshimochi tagliato e cotto a griglia


Makura no Soushi (87)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (86)

Ottantatreesimo paragrafo (2)

La monaca, capendo subito lo scherzo, ha risposto:

“No, no! Come mai, non posso mangiare l’altro cibo? Poiché il monaco mi ha detto che non c’è niente altro, ho chiesto di darmi almeno qualcosa rimasta delle offerte per Budda.”

Io quindi, le ho dato alcune dolci, frutta e Noshimochi (1), allora lei, essendo contenta, ha cominciato a chiacchierare delle varie cose. Anche le ancelle giovani, partecipando alle chiacchiere, le hanno domandato ciascuna a suo modo:

“Sei sposata?”

“Hai dei figli?”

“Dove abiti?”

Poiché la monaca ha risposto spassosamente, le ancelle le hanno domandato ancora per ingannare il tempo:

“Puoi cantare? Oppure danzare?”

Allora la monaca ha cominciato a cantare scuotendo il capo:

“Yoru wa Daretoka Nemu, Hitati no Suke to Nemu. Netaru Hadayoshi…(2)”

Poi, ha continuato a cantare ancora:

“Otokoyama no Mine no Momijiba Sazo Nawa Tatsuya, Sazo Nawa Tatsuya (3)”

Erano veramente i canti assurdi. Tutte le mie colleghe le hanno detto con la voce irritata ma un po’ di risata:

“Che indecente! Va via!”

Ma io ho detto a loro:

“È poveraccia, se noi la cacciamo via subito. Almeno le diamo qualche ricompensa perché lei ha fatto gli arti di intrattenimento.”

N.B

(1) Noshimochi: Noshi significa stendere, e mochi è la pasta di riso cotto a vapore e pestato. Dopo pestato, si arrotonda o stesa alla forma rettangolare come si vede nella foto di sopra.

(2) Il significato di questo canto è come seguente:

“Alla notte, con chi dormo? Dormirò con Hitachi no Suke (il nome di un pubblico ufficiale, che è il vice-governatore del paese Hitachi, la presente provincia Ibaraki), è tanto piacevole per me di toccare la sua pelle.”

(3) Il significato di questo canto è come seguente:

“L’acero nel monte Otoko, di cui nome diventerà famoso, senz’altro.”

 Il monte Otoko è una montagna situata in Kyoto e Otoko significa l’uomo. E in questo caso, la monaca ha cantato che era sulla bocca di tutti per le sue avventure amorose con gli uomini, paragonando lei stessa all’acero.

domenica 14 gennaio 2018

La serie della letteratura giapponese ~ 86~


Due illustrazioni di Budda

Makura no Soushi (86)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (85)

La spiegazione dell’ottantaduesimo paragrafo, sulla nota (1) e (2):

Nakatada è un personaggio che si trova nel romanzo chiamato “Utsubo Monogatari” (consultate per favore “La serie della letteratura giapponese ~ 80~”) Nel periodo Heiann, fra i nobili, era moda di discutere sulla superiorità fra i due rivali nel romanzo. E in questo romanzo, Nakatada ha recitato una Waka suonando Koto (la cetra orizzontale giapponese) come seguente:

“Asaborake Honokanimireba Akanukana Nakanaruotome Shibashitodomen”

(La traduzione:
 All’alba, ho visto una vergine nella foschia, lei è tanto bella quanto non mi annoio mai di vederla.)

E Shonagon si paragonava a questa bella vergine, nonostante che lei è poco brillante praticamente. Perciò l’imperatrice ha detto che Shonagon ha fatto perdere la faccia di Nakatada.

Questo è una specie dello scambio delle parole spiritose.

Ottantatreesimo paragrafo (1)

Quando l’imperatrice è stata a Shiki no Mizoushi (consultate per favore “La serie della letteratura giapponese ~ 69 ~”), sotto la tettoia dell’ovest, si faceva una cerimonia buddista da recitare il Sutra. Ci sono stati tanti monaci avanti alla pittura appesa sul muro, su cui è dipinto il ritratto di Budda. Questo genere della cerimonia, si fa sempre in questa maniera.

Circa due giorni dopo, si sentiva una voce povera vicino a veranda al pianoterra:

“Voi dite che non c’è niente, pero, ci dovrebbe essere rimasta qualcosa delle offerte per Budda?”

Allora, si sentiva la risposta di un monaco:

“Macché! La cerimonia non è ancora finita.”

Io quindi, per la curiosità, sono uscita a vedere la situazione. E ci ho trovato una monaca anziana, vestita sporca e misera che sembra quasi una scimmia, chiedeva il cibo.

“Cosa dice quella donna?” Ho domandato al monaco, allora la donna ha risposto con la voce da salvare le apparenze:

“Sono anche una monaca autentica, perciò ho diritto di ricevere qualcosa delle offerte per Budda. Ma, tutti i monaci di qua sono avari.”

Il suo modo di dire, sembrava che pretendeva di tanta raffinatezza. Se lei avesse l’aspetto veramente misero, forse io avrei avuto la compassione di più. Ma sentendo il suo tono della voce che non è adatta alla sua tenuta quasi come la mendicante, mi è venuta una idea di prenderla in giro e le ho detto:


“Tu mangi solo il cibo offerto a Budda, e non mangi niente altro? È meritorio da parte sua!”

mercoledì 10 gennaio 2018

La serie della letteratura giapponese ~ 85~




Makura no Soushi (85)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (84)

Ottantesimo uno paragrafo

Quello che si vede triste:

La voce che continua a parlare soffiandosi il naso senza sosta.

Il viso della gente quando strappa i sopraccigli. (In questo periodo,
i nobili (uomo e donna ambedue) strappavano i sopraccigli, truccavano e si disegnavano due punti neri sulla fronte, invece delle sopracciglia.)

Ottantaduesimo paragrafo (1)

Dopo il giorno quando siamo andate a Saemonno no Jin (consultate per favore “La serie della letteratura giapponese ~ 70 ~”), sono stata a mia casa prendendo il congedo. E sono passati alcuni giorni, allora una mia collega mi ha mandato una lettera su cui c’è scritto:

“L’imperatrice dice che tu devi tornare presto possibile alla corte, poi anche lei si ricorda sempre la sagoma posteriore di te quando sei andata a Saemon no Jin. Come mai tu sei stata vestita tanto sorpassata con noncuranza? Forse, pero, ti credevi bella di te stessa, o no?”

(N.B:
L’imperatrice non l’ha detto sul serio, naturalmente è uno scherzo.)

Io allora, ho risposto subito il ringraziamento per le premure dell’imperatrice e poi, aggiunto alla mia collega come seguente:

“Come no? Io immaginavo anche l’imperatrice abbia guardato bella quella vista di me all’alba, come se fosse quella bella vergine che era descritta su Waka composta da Nakatada. (1)”

Ma, subito dopo, la mia collega mi ha mandato il messaggio dall’imperatrice come seguente:

“Perché tu hai detto la cosa che fa perdere la faccia di Nakatada, nonostante che lui è l’uomo favorito da te? (2)  
Comunque, tu devi venirci entro stasera ad ogni costo, se no, la nostra signora ti odierà molto.”

Allora, io ho risposto:

“Se l’imperatrice mi odia, già è orribile per me, ma se mi odia ““molto””, è troppo grave per me. Io verro alla corte imperiale anche se ci sia il pericolo della vita.”

Poi, ci sono andata subito.


(N.B: Riguardo a (1) e (2), questa storia è un po’ complicata, quindi spiegherò alla prossima volta.)

domenica 7 gennaio 2018

La serie della letteratura giapponese ~ 84~


Due foto di Imoseyama
(destra il monte Se e sinistra il monte Imo)


Makura no Soushi (84)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (83)

Ottantesimo paragrafo (4)

Nonostante aver letto la sua lettera, ho mandato una Waka come seguente:

“Kuzureyoru Imosenoyamano Nakanareba Saraniyoshinono Kawatodanimiji”

(Traduzione:

Poiché il rapporto fra noi già si è rotto, io non ti vedo più come il mio fratello.)

Dopo di che, forse lui non avrà letto la mia Waka, non mi ha dato più la risposta. E poi, lui è promosso al quinto grado ed è stato nominato il vice-governatore del paese Tootoumi (la presente provincia Shizuoka), quindi, il nostro rapporto è stato rimasto rotto.

N.B

Riguardo a Waka suddetto:

Imosenoyama significa il monte Imo e quello di Se. Queste due montagne sono separate dal fiume Yoshino. Nel tempo vecchio, Imo significava la sorella e anche la moglie, poi, Se è il fratello e il marito. E queste due montagne si chiamano spesso Imose yama (il monte) fuse in una come il simbolo di una bella coppia.  Nel caso di Shonagon, la relazione con Norimitsu era come sorella e fratello in questa sezione, ma una volta loro erano marito e moglie.

E poi, Waka giapponese ha alcune carattere. Una di queste è l’essere di un termine chiamato “Utamakura”. Uta significa Waka e Makura è il cuscino ma, nel caso di Waka vuol dire “il preambolo”. Quando comporre Waka, la gente spesso usa il nome di località e la stagione come il tema. E alcune località famose quindi, sono diventate “il preambolo” per Waka, e i compositori, non andandoci addirittura, lo usa come una arte per comporre Waka.


E Yoshino è il fiume che separa queste due montagna ma anche quello che le lega. Nel caso di Waka di Shonagon, quindi, lei ha detto a Norimitsu, che non penserà più di lui come il monte Se (fratello) neanche il fiume Yoshino che lega loro due.

mercoledì 3 gennaio 2018

La serie della letteratura giapponese ~ 83~


Due foto delle pescatrici attuali

Makura no Soushi (83)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (82)

Ottantesimo paragrafo (3)

Io, con la intenzione di porre a lui un indovinello, ho mandato quell’alga, ma, lui non mi ha capito niente! Poiché mi seccava la sua stupidità cha non ne ha capito il significato, invece di rispondergli, ho scritto una Waka sulla carta trovata a portata di mano come seguente:

“Kazukisuru Amanosumikawo Sokotodani Yumeiunatoya Mewokuwasekemu”

(Vuol dire: Se qualcuno vuole sapere l’indirizzo di una pescatrice, tu non devi mai dirlo. Per questo, io ti faccio mangiare Me (Konbu).”

Questo “Me” pero ha un altro significato, cioè l’occhio e “Kuwasekemu” significa “ fare mangiare” ma anche “fare un cenno con gli occhi” come a doppio senso. Perciò, come il significato nascosto diventa cosi:

“Io ho fatto un cenno con gli occhi a Norimitsu per non fargli dire il mio indirizzo a Tadanobu.”

Ma Norimitsu, appena l’ha visto, l’ha rifiutato dicendo:

“Sembra una Waka. Tu non sai che io odio di comporre Waka nemmeno leggerla?” Ed è andato via.

Comunque, io e lui siamo stati amici anche dopo separati, ma cosi pian piano si è venuta a creare una certa freddezza nei nostri rapporti.

A questo momento, lui mi ha mandato una lettera come seguente:


“Nostro rapporto sembra che sia un po’ raffreddato, ma, noi siamo il fratello e la sorella, e io ancora tengo di essere sincero per te. Perciò, spero che tu non mi dimentichi almeno. E se tu avvia una benevolenza di me, non mandarmi mai Waka. Se tu, caso mai me la mandi, io ti penserei la nemica. Tu quindi, quando vuoi finire tutto con me, me la mandi.”