mercoledì 8 novembre 2017

La serie della letteratura giapponese ~ 67 ~


Due tipi della antologia di Waka


Makura no Soushi (67)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (66)

Settantaduesimo paragrafo

Quello che si trova raramente:

Il genero che viene lodato dal suo suocero. La nuora che viene amata dalla sua suocera. La pinzetta per depilare d’argento che funziona bene. Il serviente che non dice male del suo padrone.

La persona senza difetti. La persona che ha il viso bello, il cuore sincero e il buon comportamento e poi non è mai criticata da nessuno. La persona che si preoccupa dello sconoscente.

La persona, quando trascrive il racconto oppure l’antologia di Waka, che non macchia al testo originale con l’inchiostro di china (allora, non c’era naturalmente l’arte della stampa, quindi la gente trascriveva quello che voleva leggere, prendendo il testo in affitto dal suo conoscente).

Riguardo alla relazione umana, non solamente quella fra l’uomo e la donna ma anche fra le donne, si trova difficilmente quella che dura per lungo tempo sempre andando d’accordo.

Settantatreesimo paragrafo (1)

Fra tutte le sale per le ancelle, Hosodono (un posto in cui stanno le ancelle, situato al lato d’ovest della sede dell’imperatrice) è molto suggestivo. Poiché è sollevata la porta sopra di Shitomido (consultate per favore “La serie della letteratura giapponese ~ 63 ~”), soffia il vento molto, quindi, è molto fresco anche all’estate. All’inverno invece, soffia anche la neve o la grandine minuta fa freddo, ma non c’è male.

Poiché è il posto poco spazioso, quando un bambino di qualcuna è venuto, è un po’ problema, ma facendolo sedere furtivamente dietro il paravento, lui non scoppia a ridere come al solito e sta zitto stranamente. E cosi va bene.

Noi ancelle, quindi, dobbiamo essere attente d’invasore per tutto il giorno e poi di più per la notte. Non dobbiamo dormire distrattamente, pero, questo è anche un po’ suggestivo per me. Da questo posto, si sente il suono delle scarpe per tutta la notte (in questo periodo, i nobili lavoravano nel palazzo imperiale anche alla notte), ma, si ferma un suono improvvisamente e batte la porta con un dito silenziosamente. E io capisco subito chi è. Lui continua battere la porta per lungo, io non rispondo niente. Lui quindi, potrebbe pensare che io sono addormentata. Io, non volendo fargli credere cosi, faccio un piccolo suono del vestito muovendomi apposta. E lui avrà capito che sono sveglia e dovrebbe immaginare che sono attentissima di non fargli sentire l’aria mia. Perciò lui batte la porta più forte chiamando il mio nome.

A questo momento, io mi avvicino furtivamente alla porta e tengo l’orecchio. Ogni tanto mi diverto di questa situazione.