mercoledì 5 luglio 2017

La serie della letteratura giapponese ~ 31 ~

Dokko

Juzu


Makura no Soushi (31)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (30)

Ventiduesimo paragrafo ~ 3 ~

Poi, è peccato il caso come seguente:

Quando un esorcista è chiamato a una casa per cacciare via il fantasma (1), lui viene con aria sicura. E, lui, facendo tenere Dokko (2) e Juzu (3) a Yorimashi (4), recita un Sutra particolare con alta voce. Ma, non c’è nessun’aria da apparire il fantasma indebolita dalla sua preghiera. Tutti i membri della famiglia ci si radunano sia uomini sia donne e pregano anche loro interamente, ma, non possono vedere nessun effetto fruttuoso. Quando tutti cominciano ad avere dubbio, l’esorcista anche si è stancato perché ha continuato a recitare Sutra a lungo con alta voce e dice a Yorimashi togliendo da lui Dokko e Juzu:

“Ora, non posso fare niente di più. Tu, vai via! Comunque, oggi non vanno bene le cose.”

Poi, dopo aver fatto un grande sbadiglio, si è addormentato mettendo il gomito all’appoggio.

È il grave tradimento dell’aspettativa di tutti!

N.B

(1) Nel periodo Heian, si credeva che tutte le sfortune e malattie fossero provocate dal fantasma. La gente quindi, quando succedeva qualche disgrazia in casa, normalmente faceva pregare a un esorcista per cacciarlo via.

(2) Dokko è un arnese buddista usato per fare la preghiera.

(3) Juzu è il rosario buddista


(4) Yorimashi significa una persona di cui s’impossessa lo spirito sacro o il fantasma. In questo periodo, l’esorcista, per la sua preghiera, faceva impossessarsi lo spirito o fantasma a questa persona e sentiva quello che diceva lei, come la parola parlata proprio dallo spirito o fantasma. Solitamente, erano scelti i bambini, donne e qualche volta anche le bambole come Yorimashi.